sabato 23 novembre 2024
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Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo

Così scriveva Paulo Coelho e così comincia la nostra chiacchierata con il biologo marino Andrea Bonifazi per capire qualcosa di più sulla spiaggia nera di Ostia


Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
Cristalli prismatici di pirosseni

“Sebbene la citazione possa sembrare una romantica frase fatta, rispecchia la realtà: una semplice manciata di sabbia racchiude un piccolo e meraviglioso Universo naturale in cui si rincorrono storia, geologia, mineralogia, zoologia, botanica, ecologia”
Così Andrea Bonifazi, laureato in Scienze Naturali e in Scienze del Mare presso l’università “La Sapienza” di Roma e creatore della pagina Scienze Naturali, inizia a farci scoprire la spiaggia nera di Ostia.

E quindi ecco che la nostra sabbia svela le sue magie?
“La sabbia di Ostia rappresenta un emblematico esempio che possiamo avere sempre a portata di mano... e di lente d'ingrandimento!
Così come un catastrofico Big Bang ha originato tutto ciò che oggi conosciamo, anche la sabbia del litorale romano ha avuto origine da eventi catastrofici e da potentissime eruzioni vulcaniche.”

Ci racconti come è iniziato tutto?
“Tutto ha origine circa 600 mila anni fa, in un'Italia molto differente da quella che conosciamo oggi... una penisola ancora in formazione da un punto di vista geologico. In questo periodo, si forma il distretto vulcanico dei Colli Albani, a Sud-Est di Roma, in corrispondenza dell'attuale zona dei Castelli Romani, le cui emissioni hanno complessivamente interessato un'area di circa 1600 chilometri quadrati. Dopo fasi particolarmente intense alternate a periodi di calma, le eruzioni si stima siano terminate circa 5000 anni fa. Un vulcanismo di tale entità e protrattosi per centinaia di migliaia di anni ha complessivamente prodotto quasi 300 chilometri cubici di materiale vulcanico”.

E quindi è proprio in questo periodo che si sono formate le nostre sabbie?
“Le rocce formatesi dal raffreddamento di questo materiale, nel corso dei millenni son state erose da piogge, venti, corsi d'acqua, trasportando verso mare il sedimento vulcanico che nei millenni ha plasmato il litorale di Ostia.”

Ma perché la nostra sabbia è così scura?
“L'origine geologica della sabbia che arricchisce le nostre spiagge è alla base della sua colorazione particolarmente scura: le spiagge di Ostia, infatti, sono ricche di minerali ferrosi come la Magnetite. Per comprendere il motivo di questo nome, basta passare una calamita sulla sabbia asciutta, un piccolo esperimento che entusiasma a qualsiasi età!

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo


Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo


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Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo


Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo


Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
Magnetite

Sebbene la nera magnetite sia attraente sotto ogni punto di vista, se si osserva la sabbia di Ostia con una lente d'ingrandimento si rimane letteralmente a bocca aperta: possono essere osservati i giallastri granelli di feldspato e quarzo, i verdi ed eleganti prismi dei pirosseni, la vetrosa olivina, la dorata e lamellare biotite, la lucida ossidiana. Un arcobaleno mineralogico che ad un osservatore meno attento passa inesorabilmente inosservato.

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo


Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo



Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
L'olivina è un silicato a forma di tetraedro che contiene magnesio e ferro. Il suo nome deriva dal bellissimo colore verdastro che assume. E' il primo minerale a cristallizzare nel fuso magmatico.

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
I pirosseni sono i silicati che formano la maggior parte delle rocce magmatiche e metamorfiche della crosta terrestre. Il loro nome significa “estranei al fuoco” poiché si cristallizzano prima dell'eruzione della lava, avendo un punto di fusione più alto. Oltre al silicio contengono il ferro e il magnesio ma soprattutto l’alluminio. Formano cristalli tozzi e mai sviluppati con abito cristallino prismatico

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
Il quarzo è il secondo minerale più abbondante nella crosta terrestre dopo i feldspati. Si presenta in più forme e più colori e si trova nelle rocce magmatiche intrusive e nelle rocce, sedimentarie. Il suo nome deriva dal tedesco e significa duro. Per i greci il quarzo veniva definito cristallo perché si riteneva fosse una varietà di ghiaccio fredda al punto da non poter essere più disciolta. A trarli in inganno, la struttura apparentemente esagonale, simile a quella dei fiocchi di neve, e la sensazione di freddo al tatto causata dalla conducibilità termica.

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo

A questa moltitudine di granelli di sabbia derivante dai fenomeni vulcanici bisogna sommare i bioclasti.
Bioclasto, una parola che cela un mondo: zoologia, botanica, ecologia, biologia, fisiologia, paleontologia si sommano in questi millimetrici granelli. Un ecosistema racchiuso in una manciata di sabbia.”

Ma esattamente di cosa si tratta?
“Un bioclasto altro non è che un granello di sabbia originatosi a partire da un organismo vivente: abbiamo così i piccoli e unicellulari Foraminiferi, dalle forme bizzarre e dai colori che vanno dal bianco porcellanaceo al rosso acceso, frammenti di colonie di Briozoi, caratterizzate da un'infinità di forellini da cui uscivano i singoli polipoidi, porzioni di Cnidari sia solitari che coloniali, pezzi di conchiglie di Bivalvi e Gasteropodi spesso ancora con la colorazione che avrebbe l'animale in vita, variopinti aculei di varie specie di ricci di mare, corazze di Crostacei Cirripedi, ma anche denti e ossa di vertebrati come i pesci, oltre a frammenti dei talli di alghe coralline. Sebbene la composizione calcarea sia dominante tra i bioclasti, non è raro imbattersi anche in silicei Radiolari e Diatomee, organismi unicellulari dall'invidiabile eleganza.”


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Aculei di riccio di mare

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
Sezione di aculeo di riccio di mare

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
Guscio di foraminifero. I foraminiferi (portatori di fori) sono protozoi eterotrofi marini, che vivono sia sul fondale che in forma planctonica. Il loro corpo è protetto da un guscio, spesso già mineralizzato, che consente ai gusci di fossilizzare nelle rocce sedimentarie di origine marina.

Un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo
Guscio di foraminifero

Rimanere sbigottiti dinanzi a un tropicale paesaggio marino è semplice, quasi banale e a tratti ridondante, ma ammirare estasiati e con gli occhi da bambini le meraviglie dell'Universo nascoste in pochi grammi di sabbia ci permette di sognare apprendendo nozioni di Biologia Marina e di Geologia, aiutandoci a ricostruire la complessa e tribolata storia della sabbia di Ostia.

Testo e foto di Andrea Bonifazi e Aldo Marinelli

Piccolo glossario
Biotite: silicato ferroso della famiglia delle miche che si sfalda in sottili lamine. Prende il suo nome dal fisico francese Biot che studiò le proprietà ottiche della mica. Si trova in rocce magmatiche, sedimentarie e metamorfiche e ha una lucentezza simile all'oro.

Feldspati: minerali che costituiscono il 60% della crosta terrestre che si formano nelle rocce magmatiche. Il nome deriva dal tedesco per intendere un minerale a struttura laminare. Ha una forma prismatica a forma di tubo. Sono formati da silicato, ossigeno, alluminio, sodio, potassio, calcio e bario.

Ossidiana: minerale silicatico senza forma (amorfo) perché originatosi da un rapido raffreddamento della lava. È un vetro naturale che è stato usato dagli uomini primitivi come lama e punta di freccia. Deve il suo nome a Plinio che la chiamò lapis obsianus o obsidianus in onore di Obsius o Obsidius, che citò la pietra per primo in alcune zone dell'Etiopia.

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