Ognuno ha il suo mondo interiore, la skill vincente
Riflessioni scientifico-filosofiche a voce alta ai tempi del COVID-19
Dal mondo preCoronavirus, quello in cui si parlava tanto di soft skills, biglietti da visita “imprescindibili” del proprio curriculum, si è stati catapultati nel mondo COVID-19, dove le abilità personali emergono a mo’ di geni silenti.
Come alcune combinazioni di basi del DNA che vengono attivate solo durante i cataclismi favoriscono coloro che neanche sapevano di averle, così le risorse interne misconosciute permettono di sopravvivere al tempo di quarantena, chiusi in una scatola di cemento che a volte neanche permette di vedere il cielo.
Si chiamano passioni, hobby, interessi; diamogli il nome che preferiamo ma, in tutti i casi, sono quelle capacità che permettono di stare bene con se stessi e con gli altri, senza pensare a cosa possa succedere domani.
Eh già, perché qui il domani ancora non si capisce quando possa essere e leggere, scrivere, dipingere, costruire, comporre, tagliare, cucire, cucinare…sono tutti i modi che permettono di far trascorrere il tempo. Ne abbiamo così tanto adesso: niente partite, niente shopping, niente aperitivi…Ma io non lo facevo neanche prima.
L’evoluzione porta il più adatto a farcela, il virus spinge tutti ad essere più adatti, chi con meno fatica e chi invece, recalcitrante e negazionista inizialmente, con un po’ più di sforzi.
Tanto siamo tutti sulla stessa barca, direbbe qualcuno, e magari gli asociali ne godono maggiormente (ecco la “skill” silente) oppure il maniaco della pulizia darà lezioni al resto del mondo.
Svegliarsi la mattina sapendo che la giornata sarà ricca di piccole cose la rende più affrontabile: una bella colazione dove anche stendere il burro sulle fette biscottate diventa un rituale lento e rilassante, accoccolarsi sul divano colpiti dai raggi mattutini senza l’obbligo di doversi rialzare di corsa, fare la lavatrice e farsi le scale a piedi per andare in terrazza a stendere come la massima concezione di passeggiata, la voce di mia figlia che mi dice “finalmente ti ho sempre vicino”, il viso di mio figlio su cui compare la prima peluria. E poi cucinare con gioia magari anche quelle ricette lunghe ed elaborate, tanto chi ci corre dietro.
Vorrei pensare sempre ad un ritmo di vita così, lento e pieno di particolari, immerso nella mia amata pineta o a guardare i miei adorati tramonti.
Ma quanto tutto andrà bene e ci saremo scordati di tutto ciò, staremo meglio?
Le nostre skill “acquisite” miglioreranno il nostro essere ed “evolveremo” in una specie più cosciente?
Riflettiamo sul momento che stiamo vivendo, sulle opportunità che esso può offrire e se il Covid non entra a far parte di noi, pensare che tutto ciò può farci cambiare, magari in meglio.
Nell'immagine, la scritta "La mia Ostia" realizzata da me e mia figlia in fil di ferro e lana, creatività di famiglia
di Aldo Marinelli del 08 aprile 2020