Obiettivo Ostia: il territorio visto con altri Occhi, Giulia Mosca dice la sua
Ognuno ha i propri occhi e la propria sensibilità: ecco il tema di questo progetto di alternanza scuola lavoro.
Tutto è iniziato come un progetto di alternanza scuola-lavoro, ed essendo il primo anno che svolgo questo tipo di attività con la scuola, e considerando gli altri pochi corsi che ho fatto, le mie aspettative erano completamente diverse.
Ho la passione per la fotografia da quando sono piccola ed è stato a dir poco emozionante poter capire il suo valore vero. La fotografia è stata creata per catturare un momento e non dimenticarlo. La fotografia serve a trasmettere le emozioni di un momento e tutto ciò che c’è intorno, dai colori e l’armonia degli oggetti con lo sfondo, alla storia. Ho avuto la fortuna di fare questa esperienza che mi ha arricchito in maniera indescrivibile, sia dal punto di vista fotografico, che dal punto di vista umano. Questo lo dico perché abbiamo avuto il piacere di parlare con persone del posto e che vivono l’attuale Ostia in tutto e per tutto, in ognuno dei nostri incontri.
Per la maggior parte delle volte, nei mass media o nella televisione (che, purtroppo, ai giorni d’oggi sono gli unici mezzi di comunicazione utilizzati da tutti) vengono messi in risalto i lati negativi di ciascuna zona, ma noi in prima persona abbiamo avuto la possibilità di conoscere tutti gli aspetti di questa e comunicare le nostre emozioni con un terzo elemento, che non è la televisione e non sono i mass media.
Abbiamo avuto la possibilità di conoscere il pescatore Michele Migliore e con le sue caratteristiche sia fisiche che non, possiamo dire che è un uomo, come molti altri, che vive sin dall’infanzia ad Ostia e che ha sempre vissuto il posto a pieno, essendo ormai molto affezionato a questo. Personalmente non credevo che potesse esistere questo tipo di attaccamento con l’ambiente in cui si vive, ma dopo questo progetto, mi è tutto più chiaro.
Abbiamo imparato a selezionare alcuni elementi per trasmettere le nostre emozioni in quel momento e metterne alcuni in risalto rispetto ad altri. Il posto che più mi è piaciuto per fare questo è stata la chiesetta di San Nicola.
Dal presidente della Lega Navale ci sono stati raccontati molti anni di storia che hanno messo in risalto il vero scopo di questo stabilimento. E' totalmente dedicato agli sport acquatici come vela, surf e molte altre cose che ai giorni d’oggi sono un’attrazione per i giovani.
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In seguito ci siamo ritrovati a dover affrontare un argomento più delicato dei precedenti. Presso la zona dell’Idroscalo, abbiamo avuto la fortuna di conoscere la signora Franca Vannini che tutti i giorni lotta per i diritti di ogni singola persona che abita nella zona.
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Siamo così passati dai problemi, la storia, il vissuto della nostra Ostia, ad un’ambiente armonioso, pieno di colori e senza nessun rumore di troppo, la pineta di Castelfusano,
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e la passeggiata nella riserva di Procoio che è stata anticipata dall’incontro con lo scrittore Giorgio Rascelli e il suo libro “Le acque rosse” il quale racconta del suo passato tra le vecchie strade di Ostia e i cambiamenti che la stessa ha fatto.
Finisco con il dire solo che la mia visione verso il mondo esterno si è completamente capovolta da quando il progetto è finito. Non mi aspettavo che questo avrebbe potuto trasmettermi così tanto, ma la cosa più importante che ho imparato, è di non avere pregiudizi su nessuno. Dopo questo, la mia visione attraverso l’obiettivo si è amplificata. Mi ritengo fortunatissima per aver fatto parte a questo progetto.
Giulia Mosca
di Aldo Marinelli del 12 agosto 2018