Obiettivo Ostia: il territorio visto con altri Occhi, Marta Vaillant
Un viaggio alla riscoperta di Ostia
“Un viaggio alla riscoperta di Ostia”. Così definirei il percorso di alternanza scuola-lavoro svolto all’interno del Litorale Romano nei mesi di Maggio e Giugno 2018. Questa esperienza, volta all’osservazione e alla conoscenza di Ostia attraverso l’obiettivo della macchinetta fotografica ha conciliato realtà molto diverse e distanti tra loro proprie di uno stesso territorio. Proprio come un poliedro, Ostia si compone di mille sfaccettature spesso sconosciute ai suoi abitanti per disinformazione o ignoranza. Effettivamente e’ difficile conoscere tutte le sfumature di questa zona se ci si ferma solo alle apparenze. Siamo costantemente “bombardati” dai media e dai telegiornali che dipingono Ostia come “mafia, delinquenza, povertà e degrado”, tutti sostantivi che evidenziano solo gli aspetti negativi di ciò che invece è un quartiere pieno di sorprese.
Se ci inoltriamo infatti tra il mare e la pineta di Castel Fusano ci imbattiamo in una piacevole scoperta: il Borghetto dei Pescatori. Questo piccolo borgo suggestivo e affascinante, costruito a ridosso del canale dei pescatori è permeato di un’aria di tranquillità , leggerezza e quotidianità in cui la vita ruota attorno al porticciolo dove i pescatori vendono il pesce appena pescato . Quest’area ha una grande rilevanza storica ed è meritevole di considerazione in quanto ha saputo mantenere le proprie origini. Infatti la realtà odierna continua ad essere quella di un tempo, costituita da pescatori che, come Michele Migliore che abbiamo avuto il piacere di intervistare, portano avanti le tradizioni dei loro avi.
Allentandoci da questa piccola realtà troviamo due grandi aree: il Plinius e La lega Navale.
Entrambi questi stabilimenti sono conosciuti dalla maggior parte dei residenti ad Ostia poiché sede di vacanze estive, luogo di svago e di sport. In pochi però riescono, ad occhio nudo, ad apprezzare le particolarità e le bellezze celate dietro a ciò che si presenta come un semplice stabilimento. Attraverso l’obbiettivo della macchinetta fotografica invece l’occhio si abitua a catturare “il sublime”, il particolare e a ricercare il dettaglio di cui nessuno probabilmente si è mai accorto. Mi vengono in mente i colori sgargianti delle vele, il contrasto di bianco e di verde del Plinius, il blu intenso de La Lega Navale, l’immensa distesa di ombrelloni bianchi del Plinius in contrasto con le tante cabine in legno verdi, le piccole venature del legno che traspaiono dalla vernice bianca ormai degradata...
Al contrario di questa realtà così piena di colori troviamo l’Idroscalo, un quartiere particolare, fuori tempo, pieno di tanta sofferenza ma ricco di grande forza. Un luogo in cui gli abitanti lottano tutti i giorni per mantenere ciò che duramente si sono guadagnati: una casa, una famiglia, una comunità, ma soprattutto l’integrità e la dignità. In molti non perdono tempo a farsi pregiudizi su questo “quartiere abbandonato da tutti” ritenuto “una zona pericolosa” e “un covo di malviventi e disadattati” ma in pochi sono in grado di percepire a pieno l’umanità e la fratellanza che traspare da questo luogo. Qui le persone ti aprono le porte del cuore e della propria casa, ti offrono un caffè e sono pronte a condividere la loro storia e a prestarti qualsiasi tipo di aiuto ti occorra che sia nelle loro possibilità. Gli abitanti mostrano molta più umanità e solidarietà di quanto non facciano tutti coloro che giudicano l’Idroscalo “La sede della Malavita”. Un grande esempio di forza, coraggio, grinta e altruismo è Franca Vannini, presidente della comunità Foce del Tevere, che lotta costantemente per difendere la propria gente e la propria casa.
È stata proprio quest’ultima infatti ad aver ospitato me e le mie compagne in casa sua e ad aver raccontato la storia dell’Idroscalo trasmettendoci tante e tali emozioni da lasciarci con molto su cui riflettere.
Trovandoci al cospetto di una realtà così amara non possiamo fare altro che chiederci:” quindi Ostia è solo un enorme disastro?”
La risposta è “NO”.
Ostia non è solo caos. Ostia è pace, tranquillità, spensieratezza, calma, gioia e colore.
Pace: come la tenuta di Procoio, maestosa e silenziosa in tutta la sua vegetazione;
tranquillità: come le famiglie che trascorrono il pomeriggio a fare lunghe passeggiate sul lungo e sul pontile;
spensieratezza: come i bambini che giocano e corrono per Piazza Anco Marzio, e ridono tranquilli sprigionando allegria contagiosa;
calma: come le onde che si infrangono sugli scogli e si adagiano sulla sabbia;
gioiosa e colorata: come la processione tenutasi il 3 giugno, carica di energia ed emozioni, che ha arricchito l’aria di un non so che di “frizzantino”.
Questa è Ostia: una città fatta di persone, come il proprietario del negozio di krapfen, il signor Paglia, che ogni giorno si sveglia con la passione e la voglia di regalare un sorriso a chiunque provi quei piccoli assaggi di paradiso.
Perchè d'altronde sono le persone a fare la cittàe se questa ha una cattiva reputazione forse è anche un pò per colpa nostra.
Marta Vaillant
di Aldo Marinelli del 18 agosto 2018