Alessia Silvi: Ostia, storie di volti e di natura
La mia speranza è che Ostia non perda mai questa forza; che continui a combattere, a reinventarsi, a creare storie che sappiano emozionare
Fotografare una città significa catturarne i colori, le sfumature, i dettagli nascosti, interpretarne l’atmosfera, la musicalità, il ritmo. A volte significa anche saper cambiare prospettiva, uscire dai clichè e dai luoghi comuni, rompere la superficie delle apparenze e penetrare nelle storie meno raccontate, negli angoli dimenticati, camminare sulle strade meno battute, alla ricerca della vera essenza della città, della sua Anima più profonda.
Quando si parla di Ostia, le immagini che balzano agli occhi dell’immaginario collettivo sono sempre le stesse: il mare, gli stabilimenti, gli ombrelloni sulla spiaggia, quasi fosse un luogo che esiste per tre mesi all’anno e poi sparisce, cancellato dalle cartine e dalle menti delle persone. Negli ultimi anni purtroppo si è anche raccontata una Ostia di degrado e di malavita, periferia abbandonata a sé stessa, addirittura un posto pericoloso o da evitare.
Al termine del mio secondo anno di corso di fotografia, per me Ostia è molto più di queste immagini piatte ed ingannevoli; grazie agli scatti e ai racconti dei suoi personaggi più rappresentativi, ha assunto un significato nuovo, una forma e una consistenza sorprendenti e affascinanti. Ho scoperto che la vera Ostia non è quella degli stereotipi legati alle attività balneari e nemmeno quella entrata nelle recenti cronache. L’Anima di questa città l’ho trovata nei volti dei suoi cittadini, che con le loro espressioni intense e commoventi riescono a raccontare più di mille parole, e nella natura, a volte inaspettata ma non per questo meno importante. Questi due mondi, quello dei volti e quello della natura, sembrano dialogare tra loro, sussurrarsi parole trasportate dal vento: emozioni, racconti, momenti vissuti insieme, tracce indelebili che hanno segnato la storia di questa città. Se si ascolta con attenzione, le si può ancora sentire, mormorate dolcemente dallo sciabordio delle onde del mare.
Alessandro Paglia , i Krapfen a Piazza Anco Marzio
Pero in fiore nella Riserva di Procoio
Ostia è forza, gioia di vivere, energia allo stato puro. E’ l’entusiasmo contagioso di Alessandro Paglia, che da tanti anni porta avanti la tradizione di famiglia, sfornando tutti i giorni i Krapfen tanto amati dagli Ostiensi. Tradizione e futuro, un connubio vincente in questa città. Il suo sorriso e la sua energia sono come quelli di un albero di pero in fiore, che con la sua eleganza e insieme la sua vitalità accende i cuori di felicità. Voglia di fare, voglia di rinascere: l’euforia della primavera.
Franca Vannini nella sua casa all’Idroscalo
Anemone selvatico nella Riserva di Procoio
Ostia a volte è anche tristezza e dolore. Come quello negli occhi di Franca Vannini quando ripensa a tutte le battaglie combattute per la dignità, sua e degli abitanti dell’Idroscalo. Sempre forte, lei, decisa a non mollare di fronte alle difficoltà. Ma a volte gli occhi diventano umidi, la bocca si stringe, lo sguardo pensoso ha bisogno di guardare altrove, fuori dalla finestra, forse verso il mare. Anche i fiori più belli, a volte, hanno bisogno di curare le proprie ferite, di asciugare le lacrime con i propri petali, prima di tornare a combattere.
Albero nel Parco Archeologico della Villa di Plinio
: Il pescatore Michele Migliore sulla sua barca al Borghetto
Ostia somiglia ad una barca, carica di leggende, di ricordi, di storie vissute. Come quelle scritte sul volto del pescatore Michele Migliore, frutto di una vita a tu per tu con il mare. Con quei suoi capelli bianchi, quello sguardo intenso, quelle mani consunte dal lavoro e dal peso delle reti, sembra un personaggio uscito da un romanzo: chissà, forse Hemingway aveva immaginato proprio così il suo Santiago. I segni profondi del viso ricordano quelli sulla corteccia di un albero: tracce di esperienza e di saggezza, poesie di profonda ed eterna bellezza.
Una bambina con il suo papà al Retake del Canale dei Pescatori
Il sole al mattino nella Riserva di Procoio
Ostia appartiene a chi se ne prende cura, a chi la sa amare. Come i tanti cittadini volontari al Retake del Canale dei Pescatori: persone di tutte le età, generazioni diverse che si impegnano per proteggere la loro città, armati di pennelli, determinazione e sorrisi. Portano luce e speranza, come il sole che al mattino penetra tra gli alberi della riserva di Procoio, facendo riemergere dall’oscurità le meraviglie nascoste della natura. Non arrendersi al buio e al degrado: questo il grido di battaglia dei volontari, formidabili eroi della quotidianità.
Giovane partecipante al corso di fotografia “Obiettivo Ostia”
Albero secolare nel Parco Archeologico della Villa di Plinio
Ostia è, soprattutto, l’incantevole forza dei giovani che sanno credere in un futuro migliore. Hanno sorrisi carichi di emozioni, gli occhi traboccanti di sogni. Diffondono intorno a loro una potente leggerezza, piena di voglia di cambiare le cose, di non piegarsi ai compromessi, di creare un mondo all’altezza delle loro speranze . Anche gli alberi sembrano percepire questa energia irresistibile, e cercano di emularla, librandosi verso il cielo con la grazia di una donna che danza.
La mia speranza è che Ostia non perda mai questa forza; che continui a combattere, a reinventarsi, a creare storie che sappiano emozionare. A rinascere ogni giorno, come un fiore a primavera.
Fiore di un albero di pero nella Riserva di Procoio
di Aldo Marinelli del 24 giugno 2019