Nicole ed i suoi amici insetti: la sputasangue
Nuova avventura surreale per Nicole e gli insetti: oggi tocca ad un animale dallo strano nome, la sputasangue
Soprattutto in autunno, gironzolando per i prati o per i boschi, quando vado con mio papà nella Pineta di Castelfusano vedo dei piccoli coleotteri neri che camminano pian piano.
Mi è capitato di vederne uno l’altro giorno e stavolta ne ho approfittato per parlarci.
“Hey tu” gli dico
Spaventato l’animaletto si gira e mi risponde “Ma chi sei?”
Io allora lo prendo, ma subito mi lascia sulla mano un liquido rosso. Io un po’ disgustata lo rilascio dov’era: ”ma cosa fai?”
“Mi difendo” mi risponde. ”Non ti conosco e quindi potresti anche volermi mangiare…”
“Ma no, sono Nicole, e parlo con voi insetti, per conoscervi meglio”
”Io sono la Timarcha tenebricosa, o sputasangue e quello che ho appena fatto si chiama autoemorrea riflessa!”
“Che cosa?”
“Perdo del liquido rosso disgustoso dalla bocca e dalle zampe, come avvertimento per gli uccelli, così non mi mangiano”
“Ecco perché te ne vai così piano. Non hai paura di nulla?”
“Infatti, tra l’altro non posso neanche volare, non ho le ali e quindi ho dovuto trovare un trucco per difendermi”
“Con i riflessi del sole non mi sembri più nera…vedo un colore quasi viola”
“Si sono blu viola.. sono un maschio, lo sai?”
“E come faccio a riconoscerti?”
“Vedi le mie zampe? Beh, per dirla come voi umani, porto la 45 di scarpe, mentre le femmine hanno il piedino da fata”
“In effetti hai proprio un piedone…e sotto mi sembra strano”
“Sono dei tarsi dilatati che terminano con una specie di disco adesivo e mi servono ad afferrare per bene la femmina durante l’accoppiamento, così non scappa!” dicendo ciò ridacchia..
“Ma le vostre larve sono uguali a voi?”
“No, somigliano a dei bruchi, ma sono cicciotte e non dure. Vivono solo su alcune specie di piante, soprattutto la strozzafratte (Rubia peregrina)”
“Perché si chiama così?”
“Perché è una pianta appiccicosissima, e fa anche molto male se provi a strapparla!”
Guardando bene dove l’avevo trovata, riconosco la pianta di cui mi sta parlando e provo a toccarla: subito si attacca alla mia maglietta ed è ruvidissima.
“Ma come fate a mangiare questa roba?”
“Ci siamo abituati ormai, Lo sai che sei proprio simpatica, scusami per prima. Il mio liquido comunque non ti farà male, non ti preoccupare. Ora ti saluto”
Dicendo così se ne va: io mi guardo la mano, ancora coperta di questo liquido rosso scuro, ma non mi fa più schifo ormai…Sono proprio felice di aver saputo più cose di questo insetto…
di Aldo Marinelli del 19 ottobre 2016