Ostia tra futuro e passato: l'Idroscalo e gli interventi dell'uomo
Scopriamo come l’uomo sia intervenuto all'Idroscalo per le sue problematiche, che ritornano tra futuro e passato, come dimostrano le ricerche di Giovanni Mustazzolu
Le problematiche del nostro territorio hanno spesso trovato soluzioni studiate e adottate nei vari periodi storici. Lo scopo di questa rubrica è quello di fare un confronto tra tali soluzioni e quelle attuali o che sono in corso di studio.
Il nostro obiettivo è di evidenziare le coincidenze degli espedienti utilizzati nel presente o progettati nel prossimo futuro con quelli già attuati nel corso degli ultimi 200 anni ovviamente con tecnologie diverse.
"Ma anche confrontare le soluzioni che madre natura gratuitamente ci ha fornito con l’uso che l’uomo ne ha fatto. E soprattutto verificare se l'essere umano ha migliorato, modificato o distrutto l'ambiente che lo circonda con soluzione progressiste o meno." afferma Mustazzolu in questa ricerca sul territorio.
L’Idroscalo di Ostia è quella parte di territorio che per un chilometro costeggia l’ultimo tratto di sponda di Fiumara Grande fino alla foce del Tevere e che vediamo nella figura sottostante disegnata sulla carta geografica di Google Maps.
Comunemente usiamo nominare come Idroscalo la sola parte indicata nel disegno con il numero 1, che è quella parte di territorio ad alta densità abitativa che ci piace definire “Il borgo dell’Idroscalo” (oppure Idroborgo, come lo chiamano i suoi abitanti) che rappresenta l’ultimo borgo romano, testimonianza di come si sia sviluppato il nostro territorio dai primi del 1900 ad oggi.
Le altre zone, evidenziate colorate e con i numeri sono:
1. Il borgo
2. Cantieri navali e porti
3. Capannoni di artigiani e magazzini
4. Torre San Michele e parco
5. Lipu
6. Porto turistico di Roma
Se facciamo una passeggiata nella storia vediamo che quello che chiamiamo Idroscalo nel lontano 1570 non esisteva: la linea di costa infatti era nei pressi di Tor San Michele, come evidenziato nella cartina dalla linea gialla.
Per poter vedere la nascita del territorio indicato nel disegno con il numero 1 dobbiamo aspettare il periodo che va tra il 1662 e 1744 (per approfondire l’argomento consigliamo “Idraulica Marittima, Evoluzione storica della linea di costa in prossimità della foce del Tevere, Pio Bersani, Daniele Moretti, L'acqua n°5 -2008” ).
La definizione di Idroscalo è nata con l'Ingegnere Paolo Orlando quando venne realizzato il primo studio dell’idroporto, costruito poi nel 1919 e distrutto dalle mareggiate nel 1922. Questo fatto portò a cercare soluzioni per contrastare le manifestazioni della natura e per poter realizzare in quel territorio un’opera che lo avrebbe completamente trasformato, eliminando o modificando le antiche soluzioni di protezione di quel luogo così precario, sempre a rischio di esondazioni e mareggiate.
Nel 1926 la più importante strategia fu quella di innalzare tutto il territorio di circa 1.50 m con materiali di drenaggio del Tevere e con terreno proveniente dagli scavi di Ostia Antica.
Questa soluzione distrusse tutte le protezioni antiche esistenti, comprese quelle basse dune che proteggevano dalle mareggiare l’antica strada del tumuleto.
Nel 1930 si iniziarono a studiare soluzioni più ardite che prevedevano i seguenti punti:
1. Proseguire l’argine, che da Tor Boacciana arrivava nei pressi di Tor San Michele, fino alla Torre
2. Crearne uno nuovo che prolungasse quello precedente in direzione mare fino ad incrociare la parte della nuova strada del tumuleto rimasta in essere
3. Rialzare tutto l’argine suddetto e renderlo adatto al transito veicolare (linea rossa sulla cartina in base ad uno studio descritto su riviste del 1930)
4. Costruire una diga frangiflutti completata con un breve tratto di scogliera.
Sembrerà strano ma nei primi del 1800 furono svolti gli stessi interventi per proteggere il territorio (rialzo del territorio, argine e diga scogliera) associati ad altri interventi ormai superati o distrutti dal progresso.
Grazie a questa piantina del 1870 chiamata “Territorio Punta di Mare" possiamo notare dei numeri che rappresentano le opere che chi godeva di quel territorio ha realizzato per poterlo salvare dalle bizzarrie della natura.
Il puntino rosso al centro del disegno è Tor San Michele, mentre la linea quasi verticale che la rasenta è un argine, denominato allora “zona dell’arginetto” .
Il numero 9 indica una abitazione indicata come “fabbricato eretto per uso dei bifolchi”.
Il numero 10 indica “fontanile alimentato con pompa messa da mulino a vento”.
Pubblichiamo uno stralcio della tabella originale che è parte integrante della planimetria del 1870.
Possiamo affermare quindi che le opere future, presenti e passate all'Idroscalo sono sempre quelle?
• Rialzo del territorio
• Argine
• Diga scogliera
Articolo firmato da Aldo Marinelli e Giovanni Mustazzolu che afferma di se: "Girovagando su internet si vedono molti siti che parlano di progetti per Ostia, da profano posso solo prenderne atto informativo, non sono un professionista né di urbanistica e neppure di architettura"
di Aldo Marinelli del 01 novembre 2022