Da Ostia a Padova seguendo le orme del Sergente Maggiore Natale
Il rinvenimento sulla via Severiana di una targhetta militare ha attivato una serie di ricerche che hanno permesso la sua consegna ai parenti a Padova
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A volte la vita ci permette di fare dei percorsi che ci consentono di scoprire mondi segreti o sommersi.
Una targhetta di un soldato nato nel 1910 e ritrovata sulla via Severiana a Ostia catapulta in un istante a Padova durante la seconda guerra mondiale.
I figli di Natale, Stefania e Sergio ricevono la targhetta da Fabrizio Lavenia e Gianluca Maddalena, dell’Associazione La Ciurma
Libretto di lavoro di Natale Vittadello
Li è vissuto il protagonista della nostra storia, Natale detto Stefano, perché nato in prossimità delle due feste natalizie. Grazie ai figli Sergio di 85 anni e Stefania di 72 anni e alla sorella Lina di 97 anni, riusciamo a ripercorrere a ritroso parte della vita di quest’uomo, morto purtroppo troppo presto all’età di 51 anni. E' la stessa targhetta a permettere di riempire i vuoti di memoria di coloro che sono ancora in vita.
La figlia Stefania
Il figlio Sergio
Partito come militare nel 1930 a Prato della Valle nel 58esimo reggimento e poi arrivato anche in Liguria e Nizza torna a Padova presumibilmente 18 mesi dopo, terminato il suo dovere.
Nel 1937 nasce Sergio e va ad abitare nella casa di Altichiero da dove poi Natale viene richiamato nel 1938 per partire per la seconda guerra mondiale, direzione Sicilia.
Natale col figlio Sergio
Sergio con papà Natale e mamma Giuseppina Amelia
Natale è il ragazzo a terra
Nel 1940 deve tornare d’urgenza ad Altichiero perché Gianfranco, il secondo figlio nato pochi mesi prima, è purtroppo morto. Riparte poi in Sicilia insieme ai due fratelli, Raimondo ed Umberto. Il primo dei due verrà mandato sulla costa siciliana insieme ai tedeschi per difenderla dal probabile sbarco degli inglesi. Sbarco che avverrà il 10 luglio del 1943 con l’operazione Mincemeat costringendo l’evacuazione di oltre 39000 soldati tedeschi e 59000 italiani di notte attraverso lo stretto di Messina. Fu Kesserling a dare l’ordine l’8 agosto 1943 senza il consenso di Hitler. Il 17 agosto l’isola rimane in mano solo agli inglesi. L’esercito italo-tedesco risale l’Italia.
Natale è il primo da destra
Natale è il secondo da destra
Natale, il primo a destra, davanti alla casa di Altichiero
L’8 settembre viene firmato l’armistizio: italiani e tedeschi non sono più alleati. Viene fondata la repubblica sociale italiana (detta di Saló) e ritroviamo presumibilmente Natale alle porte di Roma. La storia ci dice infatti che il 58esimo reggimento di fanteria, quello a cui apparteneva il nostro protagonista, si ritrova il 10 settembre a difesa di Roma in servizio di ordine pubblico alle dipendenze del comando Città Aperta di Roma. Il 58esimo reggimento si fonde col il 57esimo in un unico Comando Gruppo battaglioni della divisione Piave.
Tali battaglioni vengono sciolti definitivamente il 23 settembre 1943.
È proprio intorno a questa data che possiamo pensare che Natale si strappi dal collo la targhetta (come si evince dal foro lacerato), la ripieghi in due (notare le due pieghe del metallo) e la nasconda sotto terra tra il basolato romano.
Presumibilmente si disfa anche dell’uniforme (mai vista e ritrovata dai parenti) e percorre la via di ritorno verso la sua città, Padova. Furono migliaia i soldati impegnati nei tanti luoghi di guerra in Europa che in quei giorni di settembre dovettero decidere da che parte stare, se essere uccisi pur di non passare al nemico (40000 morti), essere catturati e deportati come Internati militari italiani (550.000), diventare dei resistenti locali oppure decidere di diventare “ribelle”.
Oggi possiamo solo immaginare quale potesse essere lo stato psicologico di un soldato in quel momento: angoscia, senso di abbandono, rabbia, impotenza. Un opposizione che poteva significare morte.
Dal racconto del figlio Sergio sappiamo con sicurezza che Natale si stava facendo la barba nella sua casa di Via Istria proprio nel momento del primo bombardamento di Padova, datato 16 dicembre 1943. Erano le dieci del mattino e 72 bombardieri angloamericani attaccarono lo scalo ferroviario non molto distante dalla loro casa. Quel giorno furono tre le incursioni aeree che provocarono circa 300 morti e Sergio si ricorda che il papà gli disse di farsi il segno della croce.
Come sia arrivato dalla Sicilia ad Ostia e poi da qui a Padova rimarrà un’ipotesi in cui la nostra immaginazione deve compiere lo sforzo di pensare a quali fatiche e avversità possano essere state affrontate. Raimondo per esempio tornò a casa con una grave ferita alla gamba causata da un carro armato.
È comprensibile come nessuno della famiglia sapesse che Natale fosse passato per Ostia: al ritorno da questa esperienza le parole non sarebbero bastate per descrivere cosa avessero vissuto in quegli anni. Era meglio il silenzio, il dimenticare. Il ritrovamento della targhetta risveglia però la memoria storica collettiva e personale di coloro che questo padre o nonno l’hanno conosciuto non abbastanza, poco o per nulla.
E il giro della vita compie la sua fine, facendo tornare a casa, percorrendo 556 chilometri, un oggetto che potrebbe far riconciliare con il passato immaginando dettagli e stati d’animo mai saputi e segretamente custoditi nelle menti e nella terra.
Si deve il merito di questa bellissima storia all’Associazione La Ciurma e al Gruppo Ricerche Storiche che hanno trovato materialmente la targhetta e rintracciato i parenti. Un grazie speciale a Manuela Vittadello che è stato il nostro gancio e ai suoi fratelli Simone e Piero e al nipote Stefano, un nome non a caso.
Natale è al centro
Natale è il secondo da destra
Natale è il primo a sinistra a terra
Natale è al centro in alto
di Aldo Marinelli del 15 settembre 2022