Intervista a Giorgio Gastaldi
Quando il lavoro si identifica con la propria vita, i ricordi portano sempre lì, al proprio negozio. Se poi questo è una bottega storica il passato è imprescindibilmente legato a coloro che hanno tirato su quell'attività.
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Ho intervistato Giorgio Gastaldi proprietario de “I gioielli del mare” in Piazza Anco Marzio che, con la moglie Anna Maria Spataro, ha continuato l’attività del nonno Antonio. Grazie alla loro tenacia e passione hanno trasmesso questo entusiasmo anche ai due figli Paolo e Roberto che hanno preso a cuore questo splendido lavoro creativo.
Giorgio tu sei nato proprio a Ostia?
Sono nato qui nel 1952 e vissuto sempre a Ostia, nell’ambito del centro storico. Sono nato in via degli Acilii, dove papà aveva un’attività di vendita diretta di vini e olii. Era originario di un paese dell’alto Lazio, San Michele in Teverina, in provincia di Viterbo, dove già produceva entrambi i prodotti. Sull’insegna mise queste parole: “Dal produttore al consumatore”. Lo aprì nel 1946, subito dopo la guerra, comprandolo da un altro proprietario. Acquistò poi, accanto al negozio, la piccola pensione Diana dove realizzò una sorta di trattoria, in cui si accettavano anche clienti con cibi propri. Lui vendeva soprattutto le bevande, ma per chi voleva mangiare, mia mamma cucinava qualcosa, come le alicette alla pescatora: piatti poveri ma buoni. Si lavorava tanto, c’era anche il giardino. Potremmo definirla una fraschetta.
E di tuo nonno Antonio che mi racconti?
Mio nonno materno era di Anzio e nel 1946 iniziò a lavorare con un chiosco a Piazza Anco Marzio dove vendeva frutti di mare crudi serviti con il limone, conchiglie e gioielli, a cui associava gite in motobarca. Era una persona molto affabile, un lupo di mare che scherzava con tutti.
Ero molto legato a lui, in quanto ero l’unico maschio di 5 nipoti. Mi portava sempre sulla barca e mi faceva lavorare nel chiosco, oppure mi faceva andare con lui quando doveva acquistare gioielli a Torre del Greco. Qui mi sono appassionato alle lavorazioni del corallo, della madreperla e dell’incisione dei camei. Esistevano anche dei laboratori dove si costruivano quei souvenir fatti con le conchiglie e su cui noi facevamo scrivere “Benvenuti al Lido di Roma”, non si diceva ancora Ostia. Mi ricordo ancora i profumi delle colle con cui si facevano questi mosaici.
Ciò mi ha portato a diventare anche un collezionista di conchiglie ed ora ho una importante collezione anche di pezzi rari.
Mi ricordo il chiosco con tanto affetto anche perché era diventato un punto di riferimento per chi veniva ad Ostia: un luogo dove comitive intere venivano appositamente ad assaggiare i nostri frutti di mare oppure dove poter prendere anche un semplice ricordino da portarsi via. Molto spesso ho la soddisfazione di avere qualche cliente che mi porta a far vedere degli oggetti presi qui tanti anni prima.
Proprio l’altro ieri una signora di 60 anni mi ha portato una collana che la mamma le aveva comprato a 10 anni proprio da mio nonno. Mi sono emozionato alla vista di questo oggetto fatto con foglioline di madreperla incise a mano come si usavano allora e che la signora conserva gelosamente.
Nonno morì nel 1968 : avevo 16 anni e mi misi subito al chiosco ad aiutare nonna, nonostante andassi ancora a scuola. Quando finii gli studi feci insieme a mia moglie un corso di design di gioielli: sui nostri disegni poi gli artigiani campani realizzavano e realizzano tuttora le creazioni.
Il chiosco è rimasto chiuso per alcuni anni, ma poi finalmente siamo riusciti ad avere il riconoscimento di manufatto storico e lo abbiamo ristrutturato mantenendo tutto come era prima. Sette anni fa finalmente è stato riaperto.
Il chiosco ora
Che scuole hai fatto qui a Ostia?
Ho frequentato il Toscanelli e poi mi ero iscritto a Lettere e Filosofia, perché era la materia che più mi appassionava. Non mi laureai perché l’attività mi prese completamente. Sono però contento perché i pochi anni che ho frequentato mi sono serviti anche per saper gestire meglio il negozio.
Un ricordo da bambino?
Abitando in via degli Acilli, mi ricordo quando la domenica arrivavano i trenini, già dalle 5 di mattina: mi svegliava il frastuono delle persone che venivano al mare e che passavano per forza qui al centro. Non esisteva ancora la tenuta di Castelporziano, solo nel 1971 fu donata alla popolazione dal presidente Saragat. Si lavorava moltissimo a quei tempi, perché era tutto concentrato qui e c’erano meno attività. Inoltre Ostia una volta era la vacanza dei romani. Mi ricordo che i medici consigliavano ai bambini di soggiornare qui già da aprile-maggio per respirare l’aria di mare, soprattutto per chi aveva problemi respiratori. Si vedevano le macchine che arrivavano con le valigie per fermarsi in qualche casa affittata.
Qual è il luogo di Ostia che hai più nel cuore?
Questo, non potrebbe essere altrimenti… (sorride e guarda con orgoglio Piazza Anco Marzio, seduto sul divanetto al di fuori del negozio).
A cosa pensi quando sei qui seduto?
La mia Ostia
Mi piace questa Pagina · 16 settembre 2015 ·
La bottega all'esterno
Stamattina, prima che tu arrivassi, ero qui senza fare nulla: guardavo solo intorno a me. Mi rilasso godendomi anche queste giornate ventose.
Dico sempre ai miei figli: “Vi dovete e ci dobbiamo ritenere dei privilegiati, perché abitare in Viale della Pineta di Ostia, affacciarsi la mattina e vedere il mare, venire a piedi al lavoro, senza usare mai la macchina, non è da tutti. Così come poter lavorare con cose belle di nostra creazione, che amiamo. Avere poi tutto ciò concentrato in un posto bello come Ostia!!!! E ti assicuro che ho viaggiato e conosco molti luoghi.
Ti senti romano o lidense?
Io mi sento romano perché ho frequentato molto anche Roma, ma Ostia è una realtà a se. La cosa naturale sarebbe stata farla diventare comune, abbiamo perso due volte questa occasione. Ostia ha una densità di popolazione fra le più alte in Italia e che sia un Municipio è quasi un’anomalia.
Qual è il tuo rapporto col mare?
Sembra una contraddizione, ma mi ricordo che l’estate ho sempre lavorato. Vedevo tutti andare a fare il bagno mentre io ho frequentato pochissimo la spiaggia. Si potranno contare sulle dita di una mano le giornate che ho passato al mare. D’inverno invece andavo con la canna da pesca sugli scogli dell’Elmi, quelli piatti artificiali.
Come valuti la pedonalizzazione del centro storico?
E’ stata una benedizione: anche chi era scettico all’inizio si è accorto che questa zona è diventata un punto di riferimento ormai. Sono vicepresidente dell'Associazione dei Commercianti del centro Storico e ci teniamo a mantenerlo il più pulito possibile: curiamo il verde, cancelliamo i graffiti coadiuvando l’Ama ed il Servizio Giardini. Spesso però è il cittadino che non si cura del luogo dove vive.
Come possiamo creare un nuovo innamoramento del cittadino verso Ostia?
Secondo me i cittadini di Ostia amano quasi tutti il territorio, gli serve però un coordinamento, un punto di riferimento.
Un’iniziativa come la tua, La mia Ostia, di cui è già bello il nome, dovrebbe far si che ognuno di noi si senta partecipe di qualcosa. Siamo presi da troppe cose e magari trascuriamo quella parte di tempo che si dovrebbe dedicare a cose più piacevoli, ma non meno importanti.
Se a Ostia ci sarà una ripresa, ne trarranno vantaggi tutti, soprattutto chi vuole far crescere qui i propri figli. D’altronde chi vive a Ostia, sa che qui si vive bene.
Stando a contatto col pubblico ho il polso della situazione. Chi non conosce Ostia e viene qui a trovare parenti od amici d’estate, anche solo per qualche giorno, si sorprende. Le notizie che si ricevono dal di fuori creano grosse perplessità verso la nostra cittadina. Invece rimangono piacevolmente sorpresi dal mare, dalla pineta e dall’atmosfera.
Come fa una bottega ad essere di successo?
Parlo molto con la mia clientela, credo che il rapporto umano sia un valore aggiunto. Un piccolo negozio al giorno d’oggi può salvarsi solo avendo una nicchia di mercato e non trattare chi entra con la stessa freddezza che si ha nei grossi centri commerciali, dove, per colpa delle carte di credito, si è tolto addirittura il dialogo per il resto, per la ricerca degli spicci. I salottini che vedi qui fuori sono nati per questo motivo: quando un cliente viene qui gli propongo di sedersi e di prendere un caffè per esempio. Non mi basta solo il rapporto economico: cerco un rapporto più profondo, che può sfociare anche nell’amicizia. A volte alcune persone vengono senza comprare e ci mettiamo qui fuori a parlare.
Quali episodi ricordi maggiormente legati al tuo negozio?
Quando alcune persone famose hanno ricevuto i nostri regali, hanno creato un passaparola tra gli artisti, anche tra quelli che magari non avrebbero mai frequentato Ostia, e che per nostro merito adesso vengono qui quando devono fare qualche regalo.
Come definiresti Ostia con una frase o una parola?
Meravigliosa è la parola giusta! E’ una parte di me, non potrei immaginarmi al di fuori di essa, non mi passerebbe proprio l’idea di allontanarmi.
Se invece volessi usare una frase, direi che Ostia, soprattutto questa parte, è a “misura d’uomo”. Poi purtroppo lo sviluppo demenziale della città ha creato situazioni non in funzione di chi la vive.
Il centro storico è stato costruito per far star bene chi ci abita: ha il suo spazio verde, i marciapiedi molto larghi, un lungomare passeggiabile con i bambini ma al tempo stesso utilizzato come strada di scorrimento che congiunge i due lati della città.
Ti godi i tramonti di Ostia?
Certo, sempre. Proprio ieri leggevo a questo proposito che esiste una spiegazione scientifica per cui i nostri colori sono così belli!
Anche la moglie Anna Maria è presente all’intervista: una donna creativa che ha sempre fiancheggiato Giorgio.
Anna Maria nella bottega negli anni 80
Come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti tramite delle amicizie comuni al “Salotto di Roma”, l’attuale discoteca “Quincy” a Casal Palocco. Avevamo diciannove anni: è stato un colpo di fulmine.
Come Ostia ha "circondato" il vostro amore?
Facevamo tante passeggiate sul lungomare. Il primo bacio ce lo siamo dati al Pontile.
Abbiamo subito iniziato a lavorare insieme. Anna mi ha sempre aiutato sin dai tempi del chioschetto e delle mostre.
Raccontaci come nasce l’idea del negozio?
L’anno prossimo si festeggiano i 70 di attività, mentre il negozio nasce nel 1977.
La bottega ai tempi dell'apertura (1977)
Quando non esistevano i centri commerciali avevano successo le mostre come Natale Oggi e Tevere Expo.
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La prima volta andammo come visitatori e ci piacquero così tanto che per l’anno successivo, all'età di venti anni, andammo insieme dalla contessa De Rossi, che con la moglie del Presidente Leone, organizzava per beneficenza Natale Oggi al Palazzo dei Congressi. Ci accolse gentilmente nel suo ufficio, a via Isonzo. Portai la mia borsa nera di scuola per darmi un contegno: al suo interno avevo portato un po’ di foto dei miei prodotti. Lei si rese conto che eravamo un po’ sprovveduti, ma le scattò una molla di simpatia. Ci disse indicando la sua scrivania: “Vedete quella pila di documenti? Sono tutte richieste di partecipazione come standisti, ed ognuna di essa ha la sua raccomandazione! Ma voi siete una coppia giovane e mi piacete. Non vi posso dare un posto al piano terra, ma sicuramente al primo piano”. Dopo 7 giorni dall’inizio della fiera avevamo già finito tutto e la contessa amò molto come avevamo allestito lo stand. Alla fine della fiera andammo da lei con un piccolo cesto di fiori come ringraziamento: lei ci offrì lo spazio per la sala al piano terra per l’anno successivo! Per noi era come vincere alla lotteria. L’anno successivo ci fu un altro colpo di fortuna: lo spazio più importante ed ambito era tenuto da un venditore di Rapallo che vendeva la nostra stessa tipologia di prodotti . Quell’anno il proprietario ebbe una violenta discussione con la contessa. E indovina la contessa a chi offrì quello spazio? Il terzo anno quindi avevamo la zona più importante. L’anno prima avevamo fatto richiesta anche per la Fiera di Roma che però non ci considerò come la contessa e non ci diede nessuno stand. Ma l’anno dopo le organizzatrici, vedendoci nel luogo più importante di Natale Oggi, ci proposero loro lo spazio anche lì. Dovemmo costruire uno stand tutto in legno fatto appositamente. Da quell’anno erano gli altri a cercarci, come Tevere Expò. Fu proprio grazie a tutte queste fiere che capimmo che era il momento di aprire un nostro negozio. Furono anni di tanto lavoro: la mattina stavamo in negozio, il pomeriggio Anna partiva per le fiere dove la raggiungevo alla chiusura, visto anche la preziosità degli oggetti che esponevamo. Alle tre di notte si smontava da Roma e tornavamo nel negozio per preparare per il giorno dopo. Tante volte i carabinieri si fermavano in piena notte insospettiti dalle serrande aperte a mezz’asta e la luce accesa!
Adesso le fiere sono sostituite dalle sfilate, dalla vendita on line, da novità continue come il profumo, i servizi per mangiare realizzati con conchiglie e madreperla.
A distanza di anni ancora inviamo i fiori alla contessa De Rossi. Forse senza quell’incontro non avremmo costruito tutto ciò.
La lettera della Contessa De Rossi
Cosa ti emoziona adesso?
Vedere dal di fuori i miei figli che interagiscono con i clienti, perché non sempre è così scontato: fortunatamente hanno seguito il nostro mestiere. Loro si occupano della vendita on line, un impegno enorme anche di notte perché a quell’ora le vendite sono maggiori. In neanche un anno ci sono stati bellissimi risultati. Sono la quarta generazione! Abbiamo anche il negozio di accessori qui accanto. Stiamo pensando di trasformarlo in un qualcosa che abbia attinenza col nostro genere, realizzando tutta una serie di oggetti che raffigurino Ostia, come le borse stampate con immagini d’epoca.
Cosa ti fa più male invece?
Adesso esiste una ferita aperta con Ostia, con quello che sta succedendo. Chi come noi ha sempre vissuto qui e qui ha sviluppato le proprie attività dispiace che Ostia vada a finire sui mass media per cose negative.
Paolo, il figlio di Giorgio, ci racconta invece la sua nuova attività sempre ovviamente legata ad Ostia.
Esiste una nuova realtà sportiva di calcio a 5 che quest’anno milita in serie B. Sono il Presidente della squadra che si chiama proprio “Lido di Ostia” ed in tre anni è passata dalla serie D alla serie B. Erano più di dieci anni che Ostia non militava in una massima serie nazionale. Giochiamo al Pala di Fiori ed abbiamo anche l’under 21 e i juniores, quasi tutti ragazzi di Ostia. Si è creato un bellissimo gruppo affiatato.
Paolo, quello che mi colpisce, soprattutto parlando con le vecchie generazioni, è la passione per il lavoro, come vivi quest’aspetto tu come giovane?
Lo vivo nello stesso modo: da quando sono piccolo ho sempre aiutato papà e mamma e quindi ho sviluppato la stessa passione e mentalità. Adesso che abbiamo ampliato anche sul web, siamo ancora più affiatati perché ci coinvolge in prima persona. Cerchiamo anche online di creare un rapporto amichevole con i clienti virtuali, tanto che addirittura riceviamo inviti, messaggi continui sul telefono ed addirittura una mancia dall’America.
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