Il gigaro o pan di serpe
Scopriamo qualcosa di più sulla calla selvatica, pianta comunissima ma velenosa e dagli adattamenti riproduttivi molto interessanti
Sicuramente avrete incontrato questa pianta nelle zone più umide di Castelfusano o Procoio riconoscibile dal fiore simile alla calla dei vivai.
Il gigaro infatti viene chiamata anche calla selvatica (Arum italicum) per la sua tipica infiorescenza a spadice, sulla quale fioriscono, in basso, i fiori femminili e in alto, quelli maschili. Essi emanano un forte odore putrescente per attirare soprattutto mosche. Il nome del genere, Arum, indica la caratteristica di emanare calore durante la fioritura. Questo permette allla pianta di tenere in “ostaggio” l’insetto finchè non sarà avvenuta la totale impollinazione.
Il frutto è una pannocchia di bacche rosse che attirano soprattutto uccelli ma non serpenti come vuole la tradizione popolare, da cui la pianta ha preso l’altro nome pan di serpe o pan di biscia. Le credenze antiche immaginavano che i serpenti prendessero il loro veleno proprio da questi frutti. Le bacche infatti sono altamente velenose per noi, provocando addirittura la morte. Anche il solo contatto con le foglie può provocare irritazioni.
In tempo di carestia invece si riuscivano a mangiare i rizomi sotterranei dopo una efficace cottura.
di Aldo Marinelli del 19 luglio 2018