Scopriamo i segreti di Nettuno, il nuovo simbolo di Ostia
Dal 5 marzo 2019 è il nuovo simbolo di Ostia: ma perché e come è stato messo lì, a fianco del pontile?
Colpiti dall’amore di tutta Ostia verso la Venere delle corde, tre ragazzi di Ostia decidono di esaudire un loro sogno, quello di posizionare una nuova statua. Un desiderio che nasce dal profondo amore di questi giovani per il mare, per le sfide personali e per stupirsi e al tempo stesso stupire. L'idea che dei ragazzi normali possano compiere un gesto per la comunità, donare un nuovo simbolo che compaia magicamente dalla notte al mattino, in gran segreto, senza esporsi e senza volere meriti, trasforma questa impresa in un gesto emotivamente forte, che commuove chi vede il Nettuno ma anche coloro che l'hanno voluto, in tanti mesi di duro lavoro.
Un gesto che possa dare un'ispirazione a tutti coloro che vogliono rendere concrete le loro idee. "Un'idea ce l'hai o non ce l'hai".
Tutto è iniziato nel settembre 2018 con gli studi per collocare la scultura alla perfezione: bisognava trovare il luogo più protetto dalle mareggiate, soprattutto quelle di scirocco che portano più acqua di quelle di ponente.
Grazie a Google map e alle immagini dei droni la scelta cade sugli scogli a destra del pontile. Si colorano di giallo per capire le onde fin dove arrivano.
Ma perché proprio la scelta di Nettuno?
La risposta la troviamo sotto la statua, in cui i nostri tre "eroi" scrivono una citazione dal “De natura deorum” di Cicerone:
“Il primo regno, cioè il dominio su tutto il mare, fu affidato a Nettuno che la tradizione vuole fratello di Giove”. Nettuno è il dio del mare e Ostia è mare.
Comincia la strenua ricerca di una statua con le fattezze del Poseidone greco, una statua non troppo dispendiosa ma di buon materiale. La prima che fa al caso si trova in Puglia ma non viene scelta perché bianca e troppo vistosa. Il modello però viene usato da un artigiano locale che la realizza in cemento ma più scura grazie alla polvere di ferro e con più tondini all’interno. Viene aggiunto poi un grande tridente costruito da un amico fabbro. Doveva essere imponente e vistoso per conferire al dio del mare ancora più autorità.
Come posizionarla sugli scogli? Per una base in cemento ci sarebbero voluti 25 sacchi per un massetto di 10cm: poco fattibile e non ecompatibile. Meglio l'acciaio: con una dima in legno si prendono le misure giuste nelle prime uscite.
Spessa 15 mm la prima base viene attaccata alle pietre di basalto della scogliera. Ma come bucare un materiale così duro? La punta da trapano ideale è diamantata: ma quante batterie servono per fare ogni buco?
Al massimo 4 buchi alla volta, nella notte e almeno una volta a settimana. La zona viene poi ricoperta ogni volta dalle rocce in modo che nessuna possa scorgerla dal pontile.
Esiste però un’inclinazione di circa 4 gradi: come risolvere il problema? La loro passione per fortuna è supportata da tanta capacità e esperienza tecnica. Ed ecco l'idea di uno di loro: una base quadrata in ferro zincato con quattro zampe ad x per evitare l’effetto birillo, da mettere sopra all’acciaio e portare tutto in piano. Anche questa viene realizzata appositamente dal fabbro.
Una volta posizionata questa seconda base, il tutto è puntato sugli scogli sottostanti con 4 barre filettate in acciaio inox che grazie ai dadi vengono tirate come picchetti.
Ora tutto è pronto per poter sostenere i 400kg della statua, per 1,85 di altezza.
Per attaccare la statua si usa un sigillante strutturale e 4 staffe ad elle in acciaio inox che collegano la statua alle due basi fissate già nelle rocce. Poi col piede di porco si spostano gli scogli per creare l’isolotto.
La statua arriva la settimana prima del suo posizionamento. Nel frattempo si costruisce il mezzo per portarla fino agli scogli: un carrello con leve alte, ruote da spiaggia e galleggianti che grazie a delle palanche arriva fino alle rocce.
Fida compagna di tutte le loro uscite è la fiaschetta di rum, per godersi la notte e il fresco di quelle sere, con le luci di Ostia in sottofondo.
Le serate preferite sono quelle di tramontana perché col mare calmo si riesce ad usare i trapani. Si aspetta che tutti vadano via dal pontile e poi con le luci frontali si inizia.
La sera del 5 marzo 2019 sono in 6 a tirarla su con la forza delle sole braccia. È martedì grasso e 6 ragazzi tutti vestiti con le mute si presentano al bar conciati così, tanto è Carnevale.
Alle prime mareggiate iniziano l’ansia e le palpitazioni, ma il lavoro perfetto di questo gruppo è lì in piedi, tutti i giorni a dirci quanta passione c’è dietro, perché trovarla lì da un giorno all’altro non ci deve far pensare che “hai piantato il seme ed è nata la statua”.
di Aldo Marinelli del 27 aprile 2019