Obiettivo Ostia: il territorio visto con altri Occhi, Nicole Marinelli
Amo Ostia e sono riuscita a conoscerla di più soprattutto con gli occhi da fotografo e le mie foto “storte”
Conoscere Ostia può sembrare facile.
Basterebbe andare nei luoghi più noti e potresti pensare di aver visto questa città. Ma non puoi realmente capire questo luogo se non ne assapori tutte le realtà che questo territorio può darti.
Bisogna calarsi nella vita di chi ad Ostia ci abita da una vita per scoprirne le mille sfaccettature.
I posti che questo corso di alternanza ci ha portato a visitare io li conoscevo già, ma attraverso questo progetto sono andata ancora più in profondità imparando a vedere con occhi nuovi la mia città, con occhi da fotografo attento ai particolari, conoscendo nuove persone e approfondendo la scoperta di luoghi non del tutto nuovi.
Grazie al pescatore Michele Migliore sappiamo cosa significa amare realmente il proprio lavoro, cosa significa godersi il silenzio del mare, la solitudine che ti avvolge in mezzo alle onde. Avere passione in quello che si fa è la cosa più importante. Poi qualsiasi stereotipo del pescatore ignorante viene stravolto dalla conoscenza della psicologia soprattutto per l’interesse per Freud.
Amo fare foto alle persone perché ogni singola immagine racconta una storia di vita passata, di ricordi, di emozioni; attraverso le sue espressioni vedo le albe che i suoi occhi hanno visto per andare a pescare, la felicità nell’aver preso qualcosa ma anche le gioie di quei momenti passati con la moglie conosciuta proprio qui, al borghetto dei pescatori.
Ma nel borghetto vi è anche la storia di una persona che discende da una delle prime famiglie, Nicola Pizzuti che racconta la storia di questo borgo e di come sia cambiato.
Immancabile poi la visita alla Chiesa di San Nicola, in cui grazie alle luci colorate delle vetrate, possiamo trasformare ogni foto in un’opera d’arte.
Amo il pontiletto del Plinius, è uno dei miei posti preferiti. Riesce a farmi immergere completamente nel blu del mare. La sensazione di pace mentre ti perdi a guardare quella distesa infinita... poi voltando lo sguardo di poco puoi ammirare la costruzione di questo stabilimento che ha la forma di una nave che solca le onde.
Senti il profumo della salsedine ma ne puoi anche gustare il sapore.
E’ COME SE AVESSI AVUTO UN BACIO CON IL MARE.
Alla Lega Navale si affrontano tematiche legate al mare anche praticando sport. Il presidente, Luigi Cassetti, ci ha illustrato la storia e le attività che questa realtà offre come ad esempio le attività di addestramento.
Ostia ha il suo centro a Piazza Anco Marzio o al piazzale della posta. Proprio qui sorge quell'"imponente edificio futuristico" che è la posta, con una stupenda fontana al centro che risplende di riflessi azzurri.
Vi sono giochi di luce, la fontana delle due sirene che “nascono” nel mezzo come se uscissero dall’acqua con i loro schizzi, le colonne che sembrano delle palme nel deserto di mattoni intorno.
La nostra esplorazione poi si sposta davanti alla fantastica chiesa di Regina Pacis dove assistiamo ad un corteo rievocativo. Una “marcia” composta da antichi romani, sbandieratori e figure medievali. Ragazzi e ragazze, adulti, venuti durante la settimana Nicolaiana per rievocare la processione storica in onore di San Nicola.
Il muoversi frenetico delle bandiere, cogliere l’attimo con scatti veloci stando attenti ad afferrare l’essenza dei particolari, il fragore dei tamburi, è questo il corteo.
Non potevano mancare i gusti di Ostia, dal gelato di Carletto alla grattachecca ma anche i tradizionali krapfen. Proprio qui abbiamo conosciuto Alessandro Paglia l’unico insieme alla moglie a conoscere la ricetta “segretissima” di questi deliziosi dolci dal sapore unico. Nel laboratorio abbiamo potuto vedere come i krapfen “prendono vita”.
Conosco Franca Vannini da alcuni anni, sapevo la storia dell’Idroscalo ma sentire le parole intrise di dolore direttamente da chi ha vissuto questa deportazione (cosi come ha definito Franca quell’evento), da chi lottava con tutte le sue forse per difendere la propria casa, mi ha fatto riflettere su quanto l’essere umano può essere crudele.
Donne in fila con i bambini in braccio con il coraggio della propria volontà. Donne unite tra loro contro uomini senza vergogna pronti a distruggere le vite di persone che non avevano fatto nulla se non aver vissuto in case considerate da altri baracche ma pur sempre delle abitazioni.
Quel giorno ho sentito parole di impotenza e di disperazione.
L’Idroscalo non è una baraccopoli ma un luogo degno di rispetto e pieno di vitalità. Le persone che abitano lì non sono delinquenti ne disgraziati, sono solo abitanti dimenticati che vengono riesumati solo quando vi sono interessi politici. Hanno una dignità anche loro.
Ad Ostia oltre al magnifico mare vi è anche la pineta e noi ne abbiamo attraversate ben due: la pineta di Castel Fusano e la Tenuta di Procoio.
La prima l’abbiamo potuta osservare dall’alto grazie all’aiuto del drone di Giacomo Buffoni, un ragazzo appassionato sin da piccolo. Abbiamo visto i grandi alberi che sovrastano ogni cosa, il mare che sembrava una soffice distesa di un qualche tessuto, la strada che passa in quel verde come una ferita aperta e la villa di Plinio con il bellissimo mosaico a cielo aperto.
Le Acque rosse ora non è più un villaggio e non è più chiamato così. Le vie hanno cambiato i loro nomi, non vi è più la Via Prima al suo posto c’è Via Punta Bianca.
Lo scrittore Giorgio Rascelli racconta come era la vita in queste vie prima che le Acque Rosse diventassero parte di Ostia. Giochi semplici fatti di poche cose se non con la sola immaginazione. Un’infanzia più vissuta di quella di adesso. Nel libro “Le Acque rosse” egli descrive la sua di infanzia,
Questo progetto non era solo per scoprire come usare al meglio la macchinetta fotografica ma anche per conoscere questo territorio, le bellezze, i gusti, gli abitanti.
Amo Ostia e sono riuscita a conoscerla di più soprattutto con gli occhi da fotografo e le mie foto “storte”.
di Aldo Marinelli del 04 settembre 2018