Esce finalmente la pubblicazione sul rinvenimento di 201 bisce di mare
Era il marzo 2017 quando Filippo Fratini rinviene il Dalophis imberbis sulle spiagge di Ostia. Oggi la pubblicazione scientifica
Era il 9 marzo 2017 e una fortissima mareggiata aveva colpito la nostra costa : il giorno prima il mio amico biologo marino Filippo Fratini aveva rinvenuto degli strani pesci a forma di anguilla. Mi affaccio sulla costa per cercarli anch’io ed invece mi imbatto in uno squalo verdesca di quasi due metri. Non li ho mai trovati quei pesci “lombrico” e finalmente a distanza di oltre due anni esce la pubblicazione di quello strano incontro con 201 esemplari di Dalophis imberbis, un Ophicthidae che vive infossato nella sabbia e di cui non si conosce così tanto.
Incontriamo il biologo marino Andrea Bonifazi che insieme a Filippo Fratini e Daniele Ventura firma questa interessante pubblicazione pubblicata su una rivista internazionale.
Ci dici qualcosa di più di questo strano pesce?
Il Dalophis rinvenuto fa parte di una delle sole 337 specie nel mondo di questa famiglia. Otto vivono nel nostro mare.
Chiamato biscia di mare è una specie non comune, bentonica che vive sui fondali sabbiosi o fangosi del piano infralitorale o circalitorale superiore, a profondità tra i 50 e gli 80 metri, anche se ci sono stati avvistamenti anche a 150 metri e comunque raramente vicino alla costa.
Non ha le pinne ventrali e quella caudale, l’occhio è piccolo e coperto dalla pelle e la bocca è molto grossa con denti da predatore e i pescatori ne sanno qualcosa quando devono liberarli dalle reti.
Il corpo ha una colorazione violacea ed è ricoperto da un muco e può raggiungere anche il metro e mezzo di lunghezza.
È una specie notturna che vive sotto la sabbia da cui emerge solo con la testa.
Perché è stato un rinvenimento particolare?
Non ci sono in letteratura esempi di spiaggiamenti così massicci; personalmente ne avevo già trovati ma sempre in pochi esemplari. Le cattive condizioni meteorologiche durate più di tre giorni ed il forte vento da sud-ovest, tra i 23 e i 28 nodi, con onde di 3/5 metri sembrano essere le uniche motivazioni plausibili.
Cosa avete fatto con gli esemplari rinvenuti?
Per prima cosa sono stati misurati in loco: quello vivi sono stati ributtati in mare mentre quelli morti sono stati conservati e dissezionati.
La lunghezza media dei 201 organismi è stata di 429,7 mm e la cosa particolare è che tutti avevano lo stomaco vuoto e l’apparato riproduttore non maturo, nonostante le loro grandi dimensioni.
Dovremmo in realtà eseguire altri studi per determinare le cause di questo strano evento così poco comune.
Ostia ancora una volta ci sorprende, con ritrovamenti speciali....
Qui il link della pubblicazione Link
di Aldo Marinelli del 14 giugno 2019