Ostia, città mafiosa o città di bellezze culturali?
Si riuscirà mai comprendere la bellezza delle cose senza che i pregiudizi frenino la brama di conoscere? Questa la domanda di Ariana Colaceci per il progetto di scuola alternanza-lavoro
Si riuscirà mai comprendere la bellezza delle cose senza che i pregiudizi frenino la brama di conoscere?
Ostia, città mafiosa o città di bellezze culturali?
A questa domanda risponderanno due tipi di persona: quella con una mente aperta, spirito di osservazione, occhio narrativo e con una cultura del posto in cui vive, che non si ferma alle apparenze ma vede nei posti più frequentati di Ostia non un punto di ritrovo con gli amici bensì un luogo di grandissima importanza, Un luogo che nasconde una storia che nessuno conosce più, una storia da raccontare ma che viene messa da parte, essendo una città sotterrata dai pregiudizi, una città che nessuno visiterebbe più per paura.
Il secondo tipo di persona è quella scettica ovvero senza interesse nel ricercare la verità e che fonda il proprio giudizio sulle dicerie delle altre persone creando così una catena di idee che la rendono una città malfamata...sappiamo tutti quanto possa essere forte il potere delle cattive voci delle persone. (Lascio a voi intuire chi è uno e chi l'altro...)
Non fraintendetemi, non dico che Ostia sia una città tutta fatta di rose e fiori , io stessa ammetto che sia una città criminale che mentre stai tranquillamente leggendo un libro a casa, è possibile che da qualche parte proprio in quel momento una persona sia stata accoltellata o uccisa o anche abusata. Basti pensare all'episodio del piccolo Simeone, un ragazzo abusato dal padre del suo amichetto in un bosco vicino casa sua nel quale passava interi pomeriggi con altri bambini delle case popolari come la sua.
Tante sono le storie da raccontare e tante sono le persone da onorare come Federico Bazzini che riportò alla luce questa città nel 1883 dove imperava la morte, con tanta fatica e devozione.
Oggi queste mie osservazioni possono essere messe nero su bianco solamente grazie a un occasione che mi è stata data, un corso di fotografia, che mi ha fatto aprire gli occhi su quella che è la ma città, Ostia, piena di alti e bassi ma sopratutto di quelle piccole cose che mi fanno ripensare a miei antenati e alle fatiche che hanno dovuto sopportare per farmi oggi vivere nella loro città e farli rivivere, prendendo conoscenza della loro storia, poiché le persone muoiono due volte, la prima volta fisicamente e la
seconda nel ricordo delle persone.
Questo corso di fotografia mi è servito anche a migliorare il mio spirito di osservazione nei piccoli particolari e a cogliere l'attimo nel momento giusto per poter estrapolare da una fotografia una storia ,che sia vera o falsa non conta ma la cosa importante è che essa susciti una sensazione o un ricordo che per ognuno è personale ma che lascia un segno.
di Aldo Marinelli del 09 agosto 2019