Ostia è come un libro, perché per conoscerla bisogna averlo letto tutto, fino alla fine
“Obiettivo Ostia” un percorso di scuola-lavoro che mi ha fatto conoscere Ostia con occhi diversi, occhi da fotografa, occhi attenti ai particolari. Così Eleonora Villano riassume la sua esperienza.
Le sei lezioni svolte nei mesi di marzo e aprile mi hanno fatto vedere Ostia attraverso l’obbiettivo di una macchinetta fotografica.
Ostia ha diverse sfumature ed è difficile notarle tutte, ma questo corso me ne ha fatte vedere alcune e tutte queste sfumature mi hanno fatto pensare ad Ostia come ad un libro, perché per conoscerla bisogna aver letto tutto, fino alla fine.
La copertina è la parte di Ostia che vedono tutti: il mare, la pineta, i buonissimi krapfen di piazza Anco Marzio, il tranquillo borghetto…
Ma, quando poi inizi a leggerne i capitoli scopri alcune storie non molto piacevoli, come quella del piccolo Simeone ritrovato senza vita nella pineta di Procoio dopo aver subito abusi da parte del padre di un suo amico. Ascoltando la sua storia ho provato una stretta al petto che molto probabilmente non scorderò molto facilmente; ora nel luogo dove è successa questa tragedia c’è una piccola vela verde con scritto “A Simeone” con sotto una sua foto proprio per non dimenticarlo. Se rimane li, nella pineta, nascosta da tutti e da tutto, a poco a poco la sua storia andrà dimentica e non dovrebbe mai accadere perché storie come questa vanno ricordate per poter fare di più se mai dovessero succedere di nuovo.
Storie di una vita fatta di lavoro e fatica, come quella del pescatore Michele, che ogni giorno si sveglia presto per andare a pescare e che ama il silenzio e la solitudine di quando si sta soli in mare sulla propria barca;
oppure storie fatte solamente di pregiudizi ma quando le vivi sono tutto il contrario di quello che dice la gente come quella sull’Idroscalo, la signora Franca ci ha raccontato com’è vivere li, com’è stato vivere una deportazione, com’è stato lottare per la propria casa e da questo incontro con lei ho capito che ci sono persone veramente crudeli e che nell’Idroscalo non è vero che ci vivono persone poco di buono, sono solo persone riservate alle quali non vanno a genio gli “intrusi” che gironzolano per le loro viette e come dargli torto dopo tutto quello che hanno passato?
Un consiglio a tutti i lettori de “La mia Ostia” non ascoltate i telegiornali e i giornali che dipingono Ostia come un territorio degradato e mafioso, uscite di casa e vivete Ostia, fatevi un giro con la mente vuota da pregiudizi e stereotipi, credetemi se vi dico che cambierete subito idea su Ostia.
Questo progetto oltre ad aiutarci ad utilizzare al meglio una macchina fotografia ci ha fatto VIVERE Ostia a 360° e questa è sicuramente la cosa che ho amato di più.
di Aldo Marinelli del 09 agosto 2019