Inaugurazione delle pietre di inciampo dedicate ai profughi Giuliano-Dalmati
La famiglia Gaspardis e Penso ha vissuto ieri una giornata emozionante all'insegna del ricordo
Giornata importante ed emozionante per la famiglia Gaspardis e Penso nostri concittadini ostiensi.
Ieri sono state inaugurate le pietre di inciampo nel quartiere Giuliano-Dalmata sulla Laurentina, a ricordo dei profughi giuliano-dalmati della seconda guerra mondiale grazie alla legge n.92 del 30 marzo 2004 che ha istituito il giorno del Ricordo dedicato ai cittadini d'Istria.
Paola Gaspardis, figlia del fiumano Franco Gaspardis, con la mamma Niella Penso, anch'essa fiumana e protagonista di queste bellissime interviste degli scorsi anni (Link e Link) ha vissuto un momento così forte che vuole condividerlo con noi.
"Non è stata solo una giornata di commemorazione, ma qualcosa di più. Innanzitutto per la presenza della fanfara dei bersaglieri che dopo l'inno nazionale ha accompagnato la deposizione della corona d'alloro sul cippo carsico, un monumento per tutti i caduti dalmati e giuliani in qualsiasi circostanza e in qualsiasi guerra. Questo cippo è stato trasferito qui dal Carso, dove mia mamma e papà deposero il loro bouquet di nozze.
La manifestazione è iniziata davanti alla stazione Laurentina dove è stata depositata la prima corona al monumento dedicato alle foibe.
La commemorazione è continuata nella Chiesa di San Marco Evangelista in Agro Laurentino dove è esposto il leone di San Marco, presente anche nel museo Fiumano.
Sul sagrato della chiesa era presente un enorme tricolore per celare la nuova opera fortemente voluta da un esule istriano sostenuta dal IX Municipio: un profilo dell'Istria con le pietre di inciampo.
Vedere quelle pietre è stata un'emozione unica, per me un momento importantissimo accanto alla mia mamma. Dal punto di vista storico, un messaggio che vuol essere di monito per tutto ciò di brutto sta accadendo tuttora nel mondo. Dal punto di vista personale, per mantenere la nostra storia e le nostre tradizioni che non abbiamo potuto continuare ad avere nel luogo di nascita. Una terra italiana che è stata ceduta col trattato di Parigi e che ha iniziato il processo di migrazione verso la Yugoslavia di Tito. Rimanere li sarebbe voluto dire rinunciare a tutto, dalla propria lingua ai propri sentimenti. Piano piano tutto ciò è stato ricostruito qui: quest'opera nel quartiere giuliano-dalmata è la prima in assoluto nel mondo.
La giornata si è conclusa con il concerto di fisarmoniche e di Francesco Squarcia, noto Maestro di viola di origine fiumana.
di Aldo Marinelli del 09 febbraio 2020